neanche il vento della mattina di primavera lava i segni dei posti eclissati di quest'anima piena, le grida delle cose che ella non riesce a dire, il loro dolore non narrato.
nulla che bussa a tratti, disturbatore perfetto della notte nel giorno, scia nel cielo che sfuma all'orizzonte.
tutti i vuoti riempiono il tedio senza nome di questa serata ai bordi della luce orizzontale, tramonto di tutte volontà e contemplazione nel silenzio del verde dei lungarni, dei fiori dolci che timidamente guardano alla prima primavera.
ogni cosa vive solo perché ne posso scrivere. anche io, perchè improvvisamente non so chi sono, e mi assale un dolce dolore, nel profondo, una rabbia nella resa, spettatrice di un passo cadenzato nella leggerezza sciocca del rifiuto di questa sera che giunge nel silenzio, nel silenzio che vi è fuori ed entra nelle mie parole come un dolce veleno sottile.
vedo solo i segni netti della luna, compagna lontana delle mie cadute e dei miei voli, dei miei assoli.
il mondo tace il cuore con un sospiro che è già a domani.
cerco gli strumenti per costruire il mio desiderio.
voglio tutti i modi delle cose, e ne voglio la musica, forte nelle orecchie e sulla pelle dell’urlo.
io voglio l’urlo, voglio le sue montagne. voglio scrutare il mondo dall'alto come su un vascello dai colori di mare, voglio il rumore nell'acqua lieve che arriva come una carezza sul cuore, voglio sul mio cuore anche la goccia di sale.
fabrizio de andrè_A N I M E S A L V E
Mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che bello il mio tempo
che bella compagnia
sono giorni di finestre adornate
canti di stagione
anime salve in terra e in mare
sono state giornate furibonde
senza atti d'amore
senza calma di vento
solo passaggi e passaggi,
passaggi di tempo
ore infinite come costellazioni e onde
spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e NON basta ancora
cose svanite facce e poi il futuro
i futuri incontri di belle amanti scellerate
saranno scontri saranno cacce coi cani e coi cinghiali
saranno rincorse morsi e affanni per mille anni
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande il mio tempo che bella compagnia
mi sono spiato illudermi e fallire
abortire i figli come i sogni
mi sono guardato piangere in uno specchio di neve
mi sono visto che ridevo
mi sono visto di spalle che partivo
ti saluto dai paesi di domani
che sono visioni di anime contadine
in volo per il mondo
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande questo tempo che solitudine
che bella compagnia
che bell'inganno sei anima mia
e che bello il mio tempo
che bella compagnia
sono giorni di finestre adornate
canti di stagione
anime salve in terra e in mare
sono state giornate furibonde
senza atti d'amore
senza calma di vento
solo passaggi e passaggi,
passaggi di tempo
ore infinite come costellazioni e onde
spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e NON basta ancora
cose svanite facce e poi il futuro
i futuri incontri di belle amanti scellerate
saranno scontri saranno cacce coi cani e coi cinghiali
saranno rincorse morsi e affanni per mille anni
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande il mio tempo che bella compagnia
mi sono spiato illudermi e fallire
abortire i figli come i sogni
mi sono guardato piangere in uno specchio di neve
mi sono visto che ridevo
mi sono visto di spalle che partivo
ti saluto dai paesi di domani
che sono visioni di anime contadine
in volo per il mondo
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande questo tempo che solitudine
che bella compagnia
questa canzone accarezza la mia anima come miele e mi riscopro amarla, contemplarla, comprenderla, ascoltarla, come si ascoltano le prime voci che giungono al mattino, quando ancora non siamo svegli, ma neppure dormiamo, preludio del mondo ancora invischiato nel sogno notturno.
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