lettere dal balcone

Entri dentro le case, tiepido aprile. Risvegli all'amore gli amanti, consoli da sempre il viandante.

così Battiato canta aprile: le giornate che si allungano, una rinata compassione verso la vita; conclusosi l'inverno, ricomincia il viaggio.

e in questo momento storico surreale il viaggio ricomincia restando in casa.
la percezione del mondo fuori è totalmente cambiata e le giornate di primavera entrano nelle case dalla finestra o dal balcone, per le persone più fortunate.
il balcone, questo fortunato piedistallo 'fuori dallo spazio casalingo', spazio eccellente che all'occasione diventa piazza immensa: luogo di chiacchiere, telefonate, aperitivi, contemplazione, meditazione, pausa, fuga.



Lei non stava facendo nulla che io potessi vedere,
eccetto stare lì in piedi appoggiata alla ringhiera del balcone, tenendo insieme l’universo.

J.D.Salinger


questo facevamo, e questo facciamo ora più che mai, in questi giorni di isolamento: teniamo insieme, da qui, l'universo e il mondo che conosciamo e come lo conosciamo. ci assicuriamo che sia ancora lì e che ci siano altri che se ne assicurino: condividiamo una nuova responsabilità. dimensioniamo una nuova forma di attesa. costruiamo una nuova socialità, più necessaria, più liquida, più audace, in cui è necessario darsi, raccontarsi, aspettarsi, domandare, ascoltare, sorridere.

da qui guardiamo il mondo a noi vicino, quello intimo del vicinato, del quartiere, della strada, della gjitonia nel caso di hora. e inversamente questo diventa l'unico obiettivo da cui il mondo più vicino ci osserva. un obiettivo silenzioso e diretto, senza filtri, intimo quanto la quotidianità.
le case entrano nelle altre case e ci accorgiamo delle distanze, dello stato di necessità. dell'umanità che ci manca più che mai.

una nuova vita contemplativa, nel migliore dei casi.




l'idea di una rubrica che si chiamasse 'letteredalbalcone' è nata così, nell'istante unico in cui ho cominciato a mettere insieme le conversazioni che in questi giorni accadono sempre nello stesso spazio della mia casa: il balcone. e da qui voglio partire, per iniziare questo esperimento di spazio condiviso. 





per chi vuole raccontarsi, potete scrivere a laltraora.blog@gmail.com o direttamente all'account Instagram del blog @laltraora.
in forma assolutamente anonima i ritagli delle lettere verranno pubblicati in questo spazio che a questo punto vuole diventare un balcone più grande - una terrazza diremmo - in cui potete raccontare questo tempo, in maniera libera e come meglio credete, parlando di qualsiasi cosa voi vogliate. 
e se vi va di condividere le foto del mondo fuori dal vostro balcone, potete mandarle su Instagram al medesimo account @laltraora o pubblicarle taggando il blog e usando l'hashtag #letteredalbalcone.




le immagini di questo post fanno parte del progetto Una camera al giorno, di Roberto Rubini: "Dedicato a chi vede oltre i muri delle proprie stanze, a chi viaggia senza muoversi, a chi non si ferma alle apparenze".