appuntarsi i profumi e gli occhi nel viaggio
costruisce un vademecum del desiderio: noi trasformiamo le cose che vediamo con
gli occhi e che sentiamo attraverso i sensi tutti, passando attraverso il simbolo
di ciò che conosciamo, che abbiamo imparato.
mare:
lisca di pesce, sassi, pietre, sale.
mare come estasi_il fuori dallo stare, dalla
stasi delle cose.
il mare è per pochi, il mare dentro, che non è
mai come il mare fuori.
non concede distrazioni da sè, o pause; non
concede esitazioni o momenti di paura.
al mare ci si va per starci dentro, in acqua, e
guardare il cielo, che da nessun posto appare così, curvo. La volta che pare
appoggiarsi sul nulla, al di là delle nuvole sopra i nostri occhi.
nuvole che camminano, forme che cambiano. tempo. memoria.
non c’è paura nel cielo, nè nel vento, nè nel rumore.
e io presente, viva.
Neruda scriveva ‘qui vengono a finire i venti,
tutti/ la pioggia si denuda’, ‘tutto in te fu naufragio’.
nella sua poesia la donna è come il mare. sposa dell’insondabile
e dell’incostanza, della sorpresa. trasformazione, vita.
il grembo come il cielo che contiene il mare; estatica,
infinita.
feminine wave_katsushika hokusai |
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