soglia pioggia

..a quest’ora c’è chi osserva dalla sua postazione in ombra

una qualche tristezza di pioggia
il rifiuto
l’urlo
l’amarezza
il verde brillante degli arabeschi di muschio sul muro della mia corte e dentro la mia schiena

le parole taciute
il tempo dei loro racconti, della loro solitudine, della loro malinconia infinita
il loro modo insistente
le loro notti nella veglia ai castelli all'ombra dell'immaginazione
quelle che volano via, senza memoria di quel che sono state
e quelle che si calcificano da qualche parte sulle ossa, nella pelle, moltiplicandosi come una città




oggi stanno
piene di pioggia, stordite,  
sulla soglia  

perché tenevo non soltanto a soffrire, ma a rispettare l’originalità della mia sofferenza così come io l’avevo subita all’improvviso, senza volerlo, e volevo continuare a subirla, obbedendo alle sue leggi, ogni volta che fosse tornata quella strana contraddizione della sopravvivenza e del nulla intrecciati dentro di me_marcel proust





2 commenti:

Unknown ha detto...

Tutto questo soffrire, piovere, piangere, subire, attendere. Quanto mi piacerà?
Sempre perfetta nelle tue brevi apparizioni. ♥

ursula ha detto...

..che bello risentirti cara..<3!

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